La mia Terra Madre, il racconto - resoconto di questa prima esperienza.
- Nadia Maesano
- 9 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Dopo il rientro da Terra Madre a Torino, da qualche giorno, cercavo una foto che potesse restituire le sensazioni che ho provato partecipando per la prima volta al Salone del Gusto.
Non appena ho visto queste tre fotografie ho capito subito che sceglierne una sarebbe stato davvero difficile, oltre che riduttivo, perché ognuna contiene un significato diverso ma fondamentale che Terra Madre ha avuto per me.
La prima, l’abbraccio fra Carlo Petrini e Edward Mukiibi, ha fatto subito risvegliare in me l’importanza dell’incontrarsi, che sia per la prima volta o per la centesima.
Varcare la soglia di Parco Dora il primo giorno mi ha fatta tornare a quando, quasi una decina di anni fa, in Giappone sono entrata nel più grande campo scout che avessi mai visto, sede d’incontro dei popoli di tutto il mondo.
Avere intorno a me persone di nazionalità, religioni e culture diverse ha scatenato tutta la curiosità che mi porto dentro, spingendomi a non fermarmi nemmeno un momento per poter assorbire quante più cose nuove possibili.
L’incontro con persone diverse ci regala la possibilità di arricchirci e di arricchire gli altri, per questo stringersi la mano (o abbracciarsi nel caso della foto) diventa un gesto fondamentale, per sancire lo scambio reciproco.
Viene poi la seconda foto, potremmo intitolarla “ci sono anch’io”, la ragazza ritratta infatti sembra stia dicendo qualcosa ad alta voce ma, ovviamente, attraverso la foto non possiamo sapere cosa.
Questo è stato il pensiero che mi ha spinta a scegliere questa foto, appena l’ho vista mi sono domandata “dire qualcosa a voce alta, ci rende così sicuri che chi c’è dall’altro lato ci ascolti con più attenzione rispetto a quando parliamo con un tono normale?”.
La presenza di una persona, così come di qualsiasi altro essere vivente, non passa solo attraverso la comunicazione verbale, spesso invece sono le azioni a trasmettere chi siamo davvero.
Tante volte si tende a pensare che, più alziamo la voce, più gesticoliamo, più ci alteriamo, più la gente che ci circonda dovrà prestarci attenzione.
Credo invece che, se vogliamo comunicare le nostre idee, la pazienza e la costanza siano due fattori imprescindibili che rendono possibile il confronto e lo sviluppo dei pensieri all’interno delle comunità di cui facciamo parte.
L’ultima foto mi ha molto colpita per un dettaglio comune a tutti i soggetti, oltre i vestiti particolarmente colorati e l’atteggiamento festoso, in questa immagine non troverete una persona che non stia sorridendo.
Questo per me è stato il filo rosso che ha caratterizzato la mia prima volta a Terra Madre, qualsiasi cosa facessi, qualsiasi cosa vedessi e soprattutto qualsiasi cosa assaggiassi, l’ho sempre fatto con il sorriso e circondata da persone sorridenti.
Parlare con i produttori, ritrovare amici lontani, conoscere persone nuove, scoprire sapori nuovi, rendermi conto di essere in grado di trasmettere al pubblico la passione con la quale all’interno della condotta lavoriamo ai progetti che portiamo avanti, ogni cosa mi ha arricchita e mi ha fatta sorridere.
Il caso vuole che le tre foto siano state scattate in un momento comune, la cerimonia di apertura dell’evento, l’inizio di una nuova avventura che custodirò nel mio cuore e che spero sarà seguita negli anni da tante altre cerimonie simili, ma sempre diverse.
Grazie a chi mi ha tenuta per mano in questo sentiero (da vicino e da lontano) e a chi continua a farlo, dandomi la forza di impegnarmi sempre di più, grazie perché mi rendete felice.
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